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Per rientrare nei livelli legali e tutelare davvero la salute dei cittadini, servono azioni rapide e coraggiose. Per questo, il Piano degli Interventi per la qualità dell’Aria per la Lombardia deve essere aggiornato al più presto con misure ambiziose.
La Commissione europea ha inviato oggi all’Italia un ultimo avvertimento prima di rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per il superamento dei valori limite di particolato (Pm10) in Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. Il provvedimento arriva dopo che, il 15 Febbraio, il nostro Paese aveva ricevuto un simile ultimatum per i livelli fuori legge di biossido d’azoto (NO2). In entrambi i casi, una delle aree nella quale si registrano le più gravi violazioni dei valori limite è la Lombardia, con la gran parte dei suoi capoluoghi particolarmente coinvolti.
L’avvertimento della Commissione è particolarmente significativo. L’Italia è, infatti, il primo Paese a riceverlo, dopo che il 5 aprile scorso, con una sentenza storica (Decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 5 aprile 2017 nel Caso C-488-15 – Commissione v Bulgaria – link), la Corte di Giustizia Europea ha spalancato le porte all’applicazione di sanzioni UE contro gli Stati che non rispettano le norme sulla qualità dell’aria.
“Questa giusta iniziativa della Commissione Europea conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che un cambiamento drastico quanto a politiche e misure contenute nel nuovo Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria (PRIA) della Lombardia è quanto mai urgente e necessario”, dichiara Anna Gerometta di Cittadini per l’Aria.
Con la delibera numero 6438 dello scorso tre aprile, la Giunta regionale guidata da Roberto Maroni ha dato il via al procedimento di aggiornamento del PRIA, che era stato approvato nel 2013 e che, in questi anni, si è rivelato assolutamente insufficiente per combattere l’inquinamento e tutelare la salute dei cittadini lombardi.
La decisione della Regione ha accolto, di fatto, la richiesta fatta lo scorso dicembre proprio dalle tre organizzazioni. Cittadini per l’Aria e AIPI, infatti, con il sostegno di ClientEarth, hanno prima diffidato la Regione ad aggiornare il piano e, poi, di fronte alla mancanza di risposte concrete, si sono rivolte al TAR della Lombardia, depositando un ricorso a fine febbraio.
“Tempi e modalità del presente avvertimento non sono casuali”, commenta Ugo Taddei, avvocato di ClientEarth che segue il caso e altri procedimenti simili in Europa. “La Commissione ha mandato un chiaro segnale che l’Italia è un osservato speciale. La delibera lombarda di aggiornamento del piano è un primo passo nella direzione giusta e ci auguriamo che non ci saranno altre esitazioni. Come la Commissione, anche noi non esiteremo a prendere nuove iniziative in Italia e Lombardia per difendere il diritto di tutti a respirare un’aria pura”.