Si è tenuta oggi a Bruxelles la riunione annunciata qualche giorno fa dalla sede europea del governo lombardo per proporre una revisione della direttiva della qualità dell’aria. Una revisione che – bloccando la progressione delle misure che sono necessarie per migliorare la qualità dell’aria nelle regioni padane e in Europa – lascerebbe i cittadini lombardi, veneti, emiliano-romagnoli e piemontesi alla mercé di politiche controproducenti per la loro salute e che peggiorerebbero l’impatto sul clima. Una riunione a sostegno della quale ha partecipato anche il nuovo rappresentante dell’Italia a Bruxelles.
Una riunione durante la quale la disinformazione ha avuto la meglio sulla rappresentazione della situazione attuale, che proprio pochi giorni fa, i ricercatori del progetto Prepair descrivevano con uno studio che evidenzia chiaramente che le azioni da compiere sono ben individuabili e la situazione padana risolvibile.
Gli esperti, in questo loro ultimo lavoro, chiariscono come sia essenziale modificare la mobilità, ridurre al massimo l’utilizzo dei combustibili solidi(legna e pellet), e promuovere un’agricoltura più sostenibile. Queste azioni, se adottate in sinergia, hanno la capacità di dare risultati rilevanti riducendo non solo gli inquinanti primari (NOx, PM10 e ammoniaca) ma anche quelli secondari (PM2.5 e Ozono). Lo studio evidenzia anche come sia cruciale ridurre le emissioni nel periodo invernale, quando le concentrazioni aumentano particolarmente per via dell’inversione termica, che schiaccia al suolo gli inquinanti, determinando una massimizzazione dell’effetto di riduzione delle concentrazioni.
Da tutti questi dati scientifici si evince che le strategie esistono, le indicazioni sono chiare e attuabili, ma sembrano essere destinate a rimanere lettera morta nell’attuale scenario che vede prevalere la volontà politica di rinviare ogni seria programmazione e attuazione di politiche per il miglioramento della qualità dell’aria in Lombardia e nella regione padana.
La visione tragica rappresentata oggi dal governo lombardo del futuro padano qualora venissero attivate misure per migliorare la qualità dell’aria non è altro che espressione di una non-volontà politica ad affrontare i problemi veri del territorio, diffondendo terrore nel tentativo – puramente politico – di proseguire in una direzione che è palesemente fallimentare e dannosa per i lombardi la loro salute e il clima.
Solo con tali presupposti si può comprendere come si sia arrivati alle firme al manifesto pubblicato oggi a firma di numerose associazioni “a sostegno delle politiche della qualità dell’aria in Europa”, il cui titolo è in palese contraddizione con il suo contenuto che, viceversa, tende a consolidare le posizioni che si oppongono alla proposta della direttiva sulla qualità dell’aria attualmente in discussione in Europa.
Con questa iniziativa, la regione Lombardia ha raccolto l’adesione anche di soggetti della società civile spaventando gli operatori economici e pubblici, creando allarmismo rispetto alla capacità degli italiani di affrontare seriamente il tema della qualità dell’aria e deresponsabilizzando la politica rispetto alla salute dei cittadini per andare a braccetto con chi inquina, senza volontà di aiutare e premiare le imprese e le città più virtuose. Non si può dimenticare del resto che proprio le città che cercano di ridurre il traffico e l’inquinamento da riscaldamento si scontrano più con il governo regionale invece che con le abitudini delle persone che sono invece pronte ad un cambiamento sostenibile per contribuire alla lotta al cambiamento climatico e tutelare la salute propria e altrui. È evidente che anche il tema salute è affrontato per l’ennesima volta solo in una prospettiva curativa e di guadagno ovvero spesa per il SSN e non secondo una logica di prevenzione e benessere collettivo.
“Una buona qualità dell’aria e la protezione della salute dei cittadini lombardi e padani può andare a braccetto con una economia sana, che dia la priorità alla cura dell’ambiente e a una visione di futuro che dia vera speranza. Oggi come oggi, la posizione lombarda pare più l’arrembaggio alle briciole di un passato opulento che la creazione di un vero futuro per le nostre regioni, per l’Italia e l’Europa” afferma Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria.