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Zone a basse emissioni
La nuova versione delle linee guida della Commissione Europea ai cosiddetti piani urbani di mobilità sostenibile (PUMS) includerà raccomandazioni specifiche sulla restrizione dell’accesso ai veicoli urbani. Sebbene queste raccomandazioni non siano vincolanti, forniscono anche incentivi finanziari alle città che le attuano e possono accelerare lo spiegamento di zone a bassissima e bassa emissione nell’ambito di politiche locali per migliorare la qualità dell’aria. Molte città hanno attuato in questi anni zone a traffico limitato di grande efficacia a partire da Londra che ha oggi in funzione sia una LEZ estesa che una ULTRALEZ in vigore nella parte più centrale della città, Madrid che con Madrid Central in vigore dal novembre 2018 che da allora risulta aver ridotto il biossido di azoto del 48%, Parigi, come tante altre città francesi e tedesche. Tutte le misure di riduzione del traffico nelle aree urbane europee possono essere verificate, paese per paese, sul sito Urban Access Regulation.
Esistono molte zone a basse emissioni in Italia altrimenti dette anche LEZ.
Le LEZ sono regolate in modo diversificato a seconda dei luoghi e sono in vigore in moltissime città italiane.
A Milano, nel 2008 è stata introdotta una zona a bassa emissione combinata e un sistema di tariffazione delle strade urbane in una piccola area centrale di circa 8,2 km² che limita i veicoli a motore diesel e altri veicoli (Ecopass e, successivamente, area C) ed è stato reso più rigoroso rispetto al anni. Nel 2019 è stata recentemente emanata una nuova LEZ di area più ampia (Area B) che copre quasi tutta l’area comunale operativa durante i giorni della settimana e vieta il diesel euro 3 a febbraio 2019 e vieterà Euro 4 a ottobre 2019, euro 5 a ottobre 2022. Roma ha recentemente annunciato una nuova LEZ che bandirà gradualmente i veicoli diesel che partiranno da Diesel Euro 3 a novembre 2019 nel cosiddetto “ring-rail”. Anche Palermo ha attualmente una LEZ che vieta i motori diesel sotto lo standard Euro 4.
Milano è stata anche la città in cui la maggior parte dei procedimenti giudiziari sulla legittimità delle misure per ridurre il traffico sono stati portati avanti dalla prima adozione della LEZ nel 2006. In particolare, all’adozione dell’attuale LEZ di Milano più piccola, un numero rilevante di procedimenti giudiziari sono state intentati contro la nuova misura che rivendicava la violazione del diritto di movimento. Tutte le azioni sono state respinte in base alla decisione che “al fine di bilanciare gli interessi pubblici e privati alla base della questione in questione, prevalgono gli interessi pubblici volti a proteggere la salute e l’ambiente, oltre a perseguire l’obiettivo di ridurre il traffico veicolare in aree urbane critiche; e che quindi il sacrificio imposto agli interessi privati non sembra andare oltre i limiti della ragionevolezza ”(Tar Lombardia 1.3.2012 – N. 00299/2012). In tutte le azioni giudiziarie contro la LEZ, la Corte amministrativa ha ammesso la partecipazione di ONG ambientaliste in quanto parti intervenienti “ad oppendendum” all’azione presentata dai querelanti.
Nella sezione dedicata alle decisioni dei Giudici nazionali si possono trovare le pronunce da noi raccolte.