Muoversi di nuovo, muoversi diversamente. Milano dia l’esempio

TAC di paziente milanese ammalatosi di COVID19 il 10 marzo, guarito e con due tamponi negativi.
L’area verde gialla rappresenta gli esiti della malattia a guarigione ultimata

 

Un progetto immediatamente applicabile, a costo zero, perché Milano, per proteggere la salute dei suoi
cittadini, mantenga sotto controllo il traffico anche a lockdown concluso. Per non tornare a una città in cui si
soffoca per lo smog, Cittadini per l’Aria ha lanciato una proposta concreta per la mobilità post-Covid19 durante
una conferenza online tenutasi questo lunedì 27 aprile.

In condizioni normali, a Milano ogni giorno si verificano oltre 800.000 spostamenti interni per una tratta media
di 4km. Visto che il trasporto pubblico nel futuro prossimo avrà una capacità minima rispetto alla situazione
pre-covid, occorre creare spazi e strade per una mobilità alternativa e non consentire l’uso indiscriminato
delle auto private senza regolamentazione, impedendo la mobilità ai residenti all’interno del Comune. Follia?
No, un’alternativa che prende spunto dai piani della mobilità esistenti, già elaborati dagli enti preposti.
Riservare parte della viabilità – le cosiddette “direttrici del trasporto pubblico” – alla creazione di percorsi lungo tutta la città per ciclisti, pedoni e trasporto pubblico locale, risponde all’esigenza di garantire ai cittadini di
potersi spostare senza inquinare. Inoltre, si avrebbero tragitti più veloci per i mezzi pubblici, con la possibilità
di potenziare il numero di corse senza aumentare i costi di esercizio. Si avrebbe così un servizio migliore e più
garanzie di distanziamento sociale grazie alla più efficiente distribuzione dei passeggeri.

Si possono coniugare le esigenze di tutela della salute pubblica che ci accompagneranno nei prossimi mesi con
una mobilità sostenibile a Milano. “La nostra – dice Anna Gerometta, presidente Cittadini per l’Aria – è una
proposta di metodo. Serve un intervento sistemico, in supporto del Comune di Milano perché abbia il tempo di
realizzare gli interventi di struttura e le ottime proposte venute da tante associazioni, entro l’inizio dell’inverno. Serve un’offerta diffusa di modi di trasporto alternativi all’auto privata, quella rete capillare, continua e interconnessa di cui i milanesi hanno bisogno oggi quale opzione concreta per spostarsi”.

 

Per chi proviene da fuori Milano e non può raggiungere la sua meta con il trasporto pubblico, possono essere
create delle aree di interscambio sfruttando quelle esistenti e implementando l’offerta di bike sharing con
nuovi servizi di nolo e bici stazioni. Con le corsie libere dai veicoli privati, pedoni e bici potrebbero circolare in
totale tranquillità sulle arterie/direttrici individuate dal Piano Urbano di mobilità sostenibile (PUMS) che
individua le linee portanti del trasporto pubblico locale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È essenziale che il cambiamento avvenga oggi, in un momento in cui il graduale ritorno alla normalità,
l’assenza di tragitti casa-scuola e le temperature miti consentiranno un’altra normalità negli spostamenti
urbani, che lasci il tempo all’amministrazione mettere in campo i progetti per il futuro. La proposta contiene
inoltre l’istituzione della “Città 30km/h” per contenere la velocità delle auto in tutte quelle strade che non
sono grandi arterie.

L’uso della bicicletta, gli spostamenti a piedi e con i mezzi pubblici in totale sicurezza sono oggi una esigenza
reale che non può essere ignorata quale che sia l’appartenenza politica dei governanti delle città e delle
Regioni. “Serve proteggere subito gli abitanti di Milano da una nuova crescita degli inquinanti. Questi due mesi
hanno evidenziato che il Covid19 colpisce in modo più grave chi ha patologie cardio respiratorie, asma e
diabete di tipo 2. Tutte patologie la cui insorgenza e gravità è correlata alle concentrazioni degli inquinanti
dell’aria. Chi è appena guarito ha polmoni che hanno esiti importanti dati dalla polmonite interstiziale causata
dal virus e saranno quindi più suscettibili all’impatto delle polveri e dei gas derivanti dal traffico” ricorda
Francesco Forastiere, direttore scientifico di “Epidemiologia & Prevenzione”.

Alla ripresa delle attività, quando i milanesi potranno nuovamente uscire di casa, l’offerta del trasporto
pubblico, a causa del distanziamento, si presenterà ridimensionata in maniera considerevole. In aggiunta, i
cittadini, per timore del contagio, saranno propensi ad utilizzare l’auto privata. Senza azioni compensative, si
assisterebbe ad una crescita incontrollata della domanda di mobilità privata.

Il solo superamento dei limiti di legge del biossido di azoto (NO2) comporta ogni anno a Milano la morte
prematura di circa 600 persone, cui si devono aggiungere quelle da polveri sottili (PM10, PM2.5 e Ozono), e le
malattie croniche collegate al e/o aggravate dall’inquinamento che sono ben di più. Un recente studio indica
che l’inadeguatezza delle modalità di trasporto all’interno di un’area urbana può causare, per lo stile di vita
insalubre che ne consegue (aria, rumore, ridotta attività fisica), fino al 20% della mortalità cittadina
complessiva e una quota grave e rilevante di anni di vita malata.

Il vantaggio del progetto consiste nel fatto di essere immediatamente attuabile perché da realizzare solo con
segnaletica verticale e controlli, quindi a costo praticamente zero. Anche l’architettura oggi esistente per la
sosta non verrebbe immediatamente intaccata, così da permettere all’amministrazione locale di riformulare la
politica di sosta con relativa progettazione, anche in funzione di ciclabilità e preferenziazione del trasporto
pubblico.

 

Clicca qui per leggere la proposta di cittadini per l’aria, a questo link invece i dati e le ragioni su cui si basa.

Per leggere tutta la proposta entra nella cartella stampa.

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2020-05-19T19:57:42+00:00 aprile 27th, 2020|News|