Per la prima volta la morte a seguito di un attacco d’asma di una ragazzina di 9 anni nel Regno Unito trova anche l’inquinamento tra le cause del decesso indicate dal coroner. Si tratta di un punto di svolta nella storia: includere l’inquinamento tra i motivi della morte di Ella Kissi-Debrah, questo il nome della ragazzina, potrebbe cambiare la vita di milioni di persone.
La giovane aveva sempre sofferto di attacchi d’asma, con ben 27 ricoveri negli ultimi 3 anni. Ella abitava a Lewisham, uno dei quartieri più inquinati di Londra. La quantità di biossido di azoto (NO2) presente nel suo quartiere è stato sempre superiore ai limiti stabiliti dall’OMS pari a 40𝜇g/m³ (microgrammi al metro cubo). In realtà, lo stesso OMS nei suoi ultimi studi ha stabilito una nuova soglia oltre la quale il biossido di azoto comincia a produrre dei danni sul nostro corpo, fissandola a 20𝜇g/m³.
In una situazione come quella descritta, purtroppo non stupisce come una bambina come Ella, che soffriva di acutissime crisi di asma, fino ad arrivare all’arresto cardiaco a causa dei problemi respiratori, in aggiunta all’esposizione a eccessivi livelli di inquinamento dell’aria, come ha ammesso lo stesso medico legale che ha effettuato l’autopsia. L’assistente coroner ha poi aggiunto che lo smog ha contribuito non solo a far peggiorare la malattia della quale la bambina soffriva, ma ha svolto un ruolo anche nel far emergere l’asma nella bimba.
I genitori di Ella hanno dichiarato di non essere mai stati informati degli effetti dello smog sulla salute. Di conseguenza non hanno mai messo in atto delle misure per proteggere la figlia, cosa che avrebbe potuto salvarle la vita.
È fuori di dubbio, secondo la stessa amministrazione inglese, che l’inquinamento con il quale Ella ha dovuto convivere sia principalmente frutto delle emissioni delle automobili. E per questo motivo, come ricorda proprio in questi giorni un portavoce del governo di Boris Johnson, l’esecutivo inglese è al lavoro per realizzare un piano da 3.8 miliardi di sterline per ridurre i livelli di NO2. Una parte di una strategia già annunciata dal governo di sua Maestà per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 nel Regno Unito.