Fino a 15.000 vite salvate ogni anno tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo entro il 2050, una riduzione delle concentrazioni di SO2 e NOx dal trasporto marittimo rispettivamente dell’80 e del 20% nel 2030 rispetto alla legislazione corrente, con un miglioramento considerevole della qualità dell’aria per i cittadini europei. Ecco i risultati del nuovo studio condotto dallo IIASA (International Institute for Applied System Analysis) per conto della Commissione Europea per valutare costi e benefici dell’adozione di nuove aree di controllo delle emissioni (ECA) per gli ossidi di zolfo e di azoto (SECA e NECA), così da ridurre ulteriormente le emissioni di NOx e particolato (PM). Questa ricerca evidenzia inoltre come i benefici dell’adozione di un’area ECA nel Mediterraneo superino di gran lunga i costi: saranno di 6 volte superiori nel 2030, fino a 10 volte nel 2050.
Ancora una volta, uno studio internazionale evidenzia il ruolo svolto dal trasporto marittimo nel peggiorare la qualità dell’aria delle città di porto e di vaste aree, non solo costiere. Questo perché gli inquinanti marittimi si spostano in atmosfera per oltre 300 chilometri, mettendo a rischio non soltanto le popolazioni delle città di porto, ma anche chi vive nell’entroterra.
La ricerca ha evidenziato come, grazie all’introduzione di un’area ECA nel Mar Mediterraneo, sarebbe possibile evitare oltre 4.100 morti premature all’anno entro il 2030, oltre 10.000 entro il 2050. Cifre che potrebbero crescere dal 20 al 60% se si aggiungeranno nuove misure per proteggere l’ambiente dall’impatto del trasporto marittimo, come la riduzione del consumo di carburanti fossili a beneficio di nuove fonti di energia come l’elettricità. Agire è fondamentale considerando che la sviluppo previsto del trasporto marittimo nei prossimi anni comporterà, entro il 2050, un aumento del 130% delle emissioni di CO2 riconducibili alla navigazione nel Mediterraneo.
Con il recentissimo deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea (CJEU) per la violazione dei limiti del biossido di azoto (NO2) nell’aria, anche nelle aree costiere (Toscana in particolare) e in città di porto, l’impegno del Governo italiano su questo fronte diventa sempre più urgente. Nel maggio 2018 l’Italia era già stata deferita alla Corte di Giustizia per la violazione dei limiti del PM10.
NO2 e PM10 sono solo alcuni degli inquinanti legati al passaggio e allo stazionamento delle grandi navi. Alle emissioni legate alle navi si può ricondurre anche il peggioramento della qualità dell’aria per quanto riguarda NOx, black carbon, SO2, PM2.5 e polveri ultrafini.
Decrescita delle concentrazioni di PM2.5 nell’aria (μg/m3) nel 2050 legate all’implementazione dell’area SECA e standard TIER III per i NOx ( retrofit inclusi) in tutti i mari europei , dalla situazione di partenza (immagine a sinistra), allo scenario con le misure a favore dell’ambiente (immagine a sinistra). p.19 rapporto IIASA in Cartella Stampa
Dove sono state adottate le aree a controllo delle emissioni navali, come nel caso della SECA (Sulphur Emissions Control Area) nel Mare del Nord, si è ottenuta una riduzione degli inquinanti atmosferici di oltre il 50% e importanti benefici socio-economici quantificati in miliardi di euro, mentre non si sono registrati cambiamenti significativi sotto il profilo degli scambi commerciali. Nell’area Mediterranea, sia la Francia che la Spagna, hanno deciso di appoggiare apertamente il progetto dell’istituzione di un’area ECA nel Mediterraneo.
Studi europei hanno di recente evidenziato una associazione rilevante fra l’incremento di mortalità prematura per tumore allo stomaco (+ 92%) e per ogni causa (+ 14%) e il contenuto di zolfo nel PM2.5 (200 ng/m3 nel PM2.5_S).
“È ora che il governo italiano si schieri apertamente per proteggere la salute dei suoi cittadini e dedichi il massimo impegno a supportare a livello internazionale l’adozione di un’area a basse emissioni nel Mediterraneo” ha affermato la Presidente di Cittadini per l’Aria, Anna Gerometta. “L’industria navale può e deve contribuire al più presto, come già hanno fatto altri settori, a risolvere il grave problema dell’inquinamento atmosferico nel nostro Paese e quello globale sul clima. Per fare ciò, serve da subito un impegno attivo dell’Italia per giungere al più presto all’adozione di un’area ECA nel Mediterraneo. Alla luce degli ultimi studi e delle prime applicazioni delle aree a controllo delle emissioni in Europa, l’Italia può davvero permettersi di aspettare ancora?”.