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“Basta ai fumi fuorilegge nei porti italiani, stop all’uso di carburanti inquinanti usati ben al di fuori dei limiti consentiti, sì a controlli sul settore del trasporto marittimo in osservanza delle norme comunitarie e italiane”.
15 associazioni, tra cui Cittadini per l’aria, hanno scritto una lettera al ministro Cingolani, titolare del dicastero della Transizione Ecologica per chiedere che l’Italia si adegui alla normativa per quanto riguarda l’inquinamento navale. Una situazione che da anni si trascina, con l’aria delle città di porto resa irrespirabile per colpa dei fumi delle imbarcazioni carichi di black carbon, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particolato fine e ultrafine.
Secondo le onlus ambientaliste una soluzione è possibile, e passa per il monitoraggio e le sanzioni in tutti quei casi in cui la legge lo preveda. In particolare, nella lettera si fa riferimento alla necessità di rafforzare la capacità di controllo delle capitanerie di porto, con al dotazione di uno strumento molto usato in altri paesi: droni capaci di misurare le emissioni delle navi.
Si tratta di una soluzione semplice ed efficace già implementata dall’EMSA in Danimarca, Belgio, Spagna, Lituania, Germania, Finlandia, Estonia e Svezia. Grazie all’utilizzo dei droni, in questi Paesi è stato possibile individuare delle violazioni che rischiano altrimenti di non essere notate dalle autorità.
L’utilizzo dei droni anche in Italia, potrebbe essere l’occasione per potenziare il controllo e, dall’altro lato, di aumentare il livello di trasparenza della pubblica amministrazione sui dati così raccolti. Proprio nella lettera si chiede ancora una volta al Ministero di istituire un portale online attraverso il quale diffondere pubblicamente i dati ambientali, quelli sui carburanti e i relativi armatori, raccolti dalle capitanerie di porto.
Clicca qui per leggere la lettera al Ministro Cingolani.