Al Presidente dell’Ordine dei Medici di Milano
c.c. Sindaco di Milano
Caro Presidente,
sono iscritto all’albo dei medici dal 1975; mi sento quindi autorizzato – come collega e quindi parte in causa – a esprimere la mia opinione in merito alla sua richiesta al sindaco di garantire la libera sosta sul territorio comunale e la circolazione gratuita in zona C e senza restrizioni in zona B delle automobili Euro 4 e 5 diesel utilizzate dai medici per espletare visite domiciliari ai pazienti o per raggiungere l’ospedale dove lavorano.
Ammetto da subito di avere una visione del problema opposta alla sua, probabilmente a causa della mia percezione un po’ naive dello spirito e delle finalità di un ordine professionale. L’ordine non dovrebbe, a mio giudizio, porsi a tutela delle prerogative e, tantomeno, dei privilegi della categoria professionale che rappresenta. A tutelare i diritti provvedono i sindacati. L’ordine (infelice denominazione) dovrebbe piuttosto proporsi come punto di aggregazione della comunità dei professionisti che rappresenta per favorire un continuo confronto interno – e quindi una crescita culturale – sugli argomenti di loro specifica competenza, con riferimento costante al contesto cittadino in cui operano.
Con questa visione in mente mi aspettavo che l’ordine che lei presiede: 1. richiamasse l’attenzione degli iscritti sugli effetti scientificamente acclarati dell’inquinamento atmosferico sulla salute, con particolare riferimento a Milano; 2. invitasse gli iscritti ad essere protagonisti, al fianco dei decisori locali, nazionali e comunitari, nella messa in opera delle azioni di prevenzione e di mitigazione degli effetti nocivi per la salute dell’inquinamento atmosferico.
Colleghi scozzesi hanno recentemente dimostrato che l’esposizione all’inquinamento atmosferico ad alte concentrazioni nella prima infanzia aumenta il rischio di morte precoce (Environmental Research, 2023). L’Italia ha il non invidiabile primato, rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, del più alto tasso di mortalità attribuibile agli inquinanti dell’atmosfera. Milano è tra le città europee che maggiormente risentono degli effetti dell’inquinamento. Per rispettare i limiti fissati dalla nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria (ben più alti di quelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità) Milano dovrà ridurre le proprie concentrazioni di PM10 del 43% e le concentrazioni di NO2 del 57% entro il decennio in corso.
In questo contesto qual è il ruolo, quali sono le priorità dei medici milanesi e dell’ordine che li rappresenta? Io credo che l’ordine dei medici di Milano avrebbe dovuto richiamare l’attenzione dei propri iscritti sulla necessità deontologica – in quanto difensori e promotori della salute – di essere in prima linea nella lotta all’inquinamento atmosferico. I medici hanno una forte influenza sui propri assistiti. L’ordine avrebbe potuto, forse dovuto, darsi la priorità di agevolare lo sviluppo e poi la sperimentazione di strategie di comunicazione efficaci per correggere abitudini inveterate di abuso dei mezzi di trasporto privati. È anche una priorità spiegare ai propri assistiti cosa si intende per co-benefici di alcuni comportamenti virtuosi: muoversi a piedi invece che in auto, tutte le volte che si può, allunga la vita (è dimostrato), riduce l’inquinamento, rallenta il cambiamento climatico.
Ma non si possono portare questi messaggi alla guida di veicoli inquinanti; si perde di credibilità.
Spostarsi a piedi, tutte le volte che si può, fa bene anche alla salute dei medici. Ben diverso sarebbe stato l’impatto, anche simbolico, se la richiesta al sindaco fosse stata quella di poter usare liberamente il bike-sharing per le visite domiciliari.
Caro presidente, mi consenta di parafrasare un altro presidente: nei momenti più difficili non chiediamoci cosa può fare il Comune per noi, ma cosa possiamo fare noi per il Comune.
Un cordiale saluto,
Luigi Bisanti
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