Come cambia la nostra esposizione al biossido di azoto?
Come cambia la nostra esposizione al biossido di azoto?
La qualità dell’aria, in particolare quanto a concentrazioni di biossido di azoto, varia molto da un punto all’altro della città. I monitoraggi dei cittadini descrivono questa variabilità punto per punto. Una variabilità che l’esiguo numero di stazioni di monitoraggio previste dalla normativa non può rappresentare.
Dove sono stati posizionati i campionatori?
I punti di campionamento sono stati scelti dai cittadini. Spesso i campionatori sono stati collocati davanti a casa, davanti agli uffici o alle scuole. I punti di misurazione rappresentano quindi le concentrazioni nei punti in cui ogni partecipante – e nel complesso i partecipanti al progetto – ha scelto di monitorare. In tutte le tre aree urbane monitorate i punti scelti dai cittadini sono sparpagliati in molte zone diverse e mostrano livelli di concentrazione molto diversi fra di loro.
Il colore del campionatore vicino a te è sufficiente a spiegare la tua esposizione all’inquinamento della tua città?
NO
Quali sono i fattori che incidono sulla nostra esposizione?
IL TEMPO
Mediamente spendiamo circa un terzo del nostro tempo a casa.
Il resto del tempo lo passiamo in posti con differenti valori di biossido di azoto (NO2).
La nostra esposizione dipende quindi dalla somma delle diverse concentrazioni di inquinanti nei diversi luoghi in cui stiamo.
È, insomma, un puzzle che si compone durante la nostra giornata.
Per questo motivo la qualità dell’aria che respiri è importante non solo dove vivi, ma dove lavori o dove vai a scuola, e sul percorso che scegli per arrivarci. Dalla somma di queste variabili dipende la quantità di aria inquinata a cui siamo esposti.
LA PROSSIMITÀ ALLA FONTE INQUINANTE
La nostra esposizione è collegata alla nostra prossimità alla fonte. In letteratura si indica che, per i gas come l’NO2, a 100 mt dalla sorgente di emissione si verifica una riduzione delle concentrazioni di circa il 50%. Questo ci dice che eliminando dalle città le principali fonti di biossido di azoto, i veicoli diesel, le concentrazioni di NO2, come ha dimostrato il lockdown, si riducono immediatamente. Lo studio condotto per noi da Arianet nel 2019, grazie al supporto di Clientearth, ha evidenziato che eliminando per esempio tutti i diesel almeno fino alla classe euro 5, Milano potrebbe rientrare nei limiti di legge per l’NO2 in quasi tutto il territorio cittadino. Si può fare, e anche di meglio, anche a Roma e Napoli.
Ancora una ricerca dell’Agenzia britannica DEFRA ha evidenziato che in una strada in cui le concentrazioni di NO2 sono molto elevate (100 µg/m³) i livelli si riducono di circa il 10% nello spazio di 5 metri dalla fonte.
E’ tuttavia chiaro che nelle nostre città le fonti di questo gas sono diffuse e che quindi spesso allontanandosi da una strada se ne incontra una nuova con nuove fonti di emissione che si sommano in atmosfera.
La rilevanza della prossimità è il motivo per cui i bambini sono i più esposti a questi gas, e agli altri inquinanti, che fuoriescono da tubi di scappamento posti poco al di sotto delle loro bocche.
Una campagna di monitoraggio dell’NO2 svolta in Germania dalla associazione tedesca DUH ha evidenziato come, posizionati i campionatori passivi dell’NO2 nello stesso punto di una via trafficata ma a diverse altezze su un medesimo supporto (da 1 metro fino a 3,5 metri) le concentrazioni di biossido di azoto rilevate dai campionatori sono risultate crescere di circa 2µg/m³ man mano che si scendeva verso il basso.
E varie ricerche hanno evidenziato come i bambini possono essere esposti, durante un tragitto, a concentrazioni di inquinanti che superano anche del 60% quelle degli adulti che si muovono nella città con loro.
Sulla base di un’autorevole studio pubblicato nel 2019 che ha stimato a livello globale l’impatto dell’esposizione dei bambini al biossido di azoto, si può concludere che nelle due città italiane considerate dalla ricerca, Milano e Napoli, ogni anno, rispettivamente, 500 e 180 bambini sviluppano l’asma a causa dell’esposizione all’NO2. Circa il 30% di tutte le nuove asme a Milano e quasi il 20% a Napoli sono insomma causate dall’esposizione dei bambini all’NO2.
LO SPAZIO
Anche la conformazione delle nostre città incide sulla dispersione e/o sull’accumulo degli inquinanti e quindi sulla concentrazione a cui siamo esposti. Nelle città con ridotta ventilazione e comunque d’inverno, quando si verifica il fenomeno dell’inversione termica che schiaccia al suolo gli inquinanti, nelle città si riduce drasticamente la dispersione degli inquinanti facendo sì che le strade con edifici alti diventino vere e proprie camere a gas. Alla fine degli anni ‘80 una ricercatrice notava che “vi è una crescente evidenza del fatto che le concentrazioni locali di inquinanti dipendono fortemente dalla forma della città, ma pare non si stiano mettendo in atto se non pochi tentativi di migliorare la qualità dell’aria a livello delle strade urbane modellando la forma della città” (Anne Whiston Spirn). Se la forma delle città, dove ancora può essere plasmata, può contribuire a favorire la dispersione degli inquinanti è, comunque, chiaro che la misura più efficace è ridurli alla fonte: riducendo il traffico.
IL NUMERO E I TIPI DI VEICOLI
Le nostre città devono cambiare modello di mobilità. L’Italia, con le due procedure d’infrazione europee pendenti per violazione dei limiti di legge del particolato (PM10) e dell’NO2, una in partenza per la mancata predisposizione del programma nazionale di controllo dell’inquinamento, oltre al più alto numero di morti premature in Europa, deve cogliere l’occasione della attuale congiuntura offerta dal Recovery Package europeo per accelerare la trasformazione della mobilità: gli spostamenti nelle aree urbane devono avvenire con mezzi a impatto zero (a piedi, in bici, con mezzi pubblici elettrici). E’ necessario ridurre gli spostamenti e ridurre al più presto i veicoli a combustione interna attivando e/o anticipando le tappe delle zone a traffico limitate già esistenti.
Non si tratta di cambiare auto. Gran parte della superficie delle nostre città è ricoperta di auto che sottraggono spazio prezioso e anche i nuovi modelli di queste, dei quali le case produttrici vantano le lodi, emettono inquinanti che spesso non vengono misurati, sono in fase di scoperta, o semplicemente non sono ancora stati regolamentati.
Le città italiane hanno un numero di veicoli elevatissimo per numero di abitanti: Milano 518/1000 abitanti (dati Comune Milano), Roma 551/1000, Napoli 526/1000 (Ispra).
Serve quindi ridurre il numero di auto e il numero di km percorsi in ambito urbano con l’auto privata e con i mezzi di trasporto merci.
A Copenaghen, grazie ad una rivoluzione che ha dato spazio alla mobilità attiva e sfavorito l’uso dell’auto, le concentrazioni annuali di biossido di azoto sono passate da livelli (55µg/m³ nel 1995) simili a quelli odierni di Milano, Roma e Napoli a livelli ben al di sotto dei limiti di legge.
LA MITIGAZIONE DEGLI INQUINANTI: IL VERDE IN CITTÀ
Un contributo importante per ridurre l’inquinamento può essere dato dalla piantumazione degli alberi nelle aree urbane. In città gli alberi aiutano a ridurre l’impatto nocivo sulla salute e il danno ambientale prodotto dall’NO2 rimuovendolo dall’aria. Gli inquinanti atmosferici gassosi vengono assorbiti principalmente attraverso gli stomi (pori) della foglia, mentre alcuni gas vengano rimossi dalla superficie della pianta. Una volta all’interno della foglia, i gas si diffondono negli spazi intercellulari e possono essere assorbiti da film d’acqua per formare acidi o reagire con le superfici interne delle foglie. La rimozione dei gas inquinanti, come l’NO2, è più stabile della rimozione del particolato, perché i gas assorbiti vengono convertiti all’interno della foglia. Alberi sani possono rimuovere quantità significative di inquinamento atmosferico nelle città.
Per sapere che contributo danno gli alberi in città guarda questo video, informati leggendo il bel vademecum predisposto dal Comitato AlberiItalia che si propone di aiutare le persone e le comunità a contrastare la crisi climatica migliorando il loro rapporto con gli alberi: piantandoli, difendendoli, sostituendoli solo quando necessario.
Aiutaci quindi a chiedere per le nostre città: meno auto, più mobilità attiva, trasporto pubblico e alberi.
chiedi anche tu ai tuoi presidenti di regione di dare priorità alla qualità dell’aria
Il modo più semplice è chiedere
Che tu sia genitore, dipendente, cittadina o cittadino, azienda o organizzazione il modo migliore per attivarti è scrivendo direttamente ai tuoi rappresentanti per l’area di Milano e di Roma. Ogni lettera che viene loro inviata conta per sommarsi alle altre voci che chiedono un cambiamento.
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Durante i mesi di chiusura della pandemia abbiamo organizzato diversi seminari online per confrontarci con ricercatori, scienziati ed esperti di aria ma non solo per immaginare le nostre città in uno scenario migliore.
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