Cittadini per l’aria Onlus ha partecipato all’incontro a Bruxelles. Al termine dei lavori, questa è la dichiarazione congiunta rilasciata da Transport & Environment, EPHA e Eurocities .
I cittadini europei devono ancora convivere con i pesanti effetti lasciati dal Dieselgate. Oggi ci sono 43 milioni di auto e furgoni diesel inquinanti sulle strade europee: rappresentano una delle principali cause della scarsa qualità dell’aria nelle città del continente. Su 62 miliardi di euro di spesa sanitaria legata al trasporto su gomma in Europa, ben 52 possono essere attribuiti all’inquinamento da diesel. Lo sforzo a livello nazionale per affrontare questa sfida è stato limitato, con nessuna azione di livello europeo nonostante le serie implicazioni per la salute pubblica, la protezione dei consumatori e dell’ambiente.
Le città devono permettere ai propri cittadini l’accesso all’aria pulita. I divieti di circolazione e le aree a basse emissioni continueranno a essere implementati dove necessario, assieme ad altre misure come la promozione della mobilità alternativa (andare a piedi, in bici, fare sharing), del retrofitting e degli investimenti nel trasporto pubblico per sostenere l’intermodalità. Tutto ciò dovrebbe portare a una riduzione del numero di veicoli inquinanti nelle città, essenziale per contrastare i problemi crescenti dell’inquinamento atmosferico e di quello sonoro, del cambiamento climatico e delle morti premature.
L’azione a livello delle singole città non è sufficiente ad assicurare aria pulita per tutti. Le più grandi città europee sono pronte a collaborare con l’Unione e con gli Stati membri per contrastare la pesante eredità del Dieselgate e rendere le città smart, pulite, salubri e orientate alla mobilità condivisa per il futuro.
Le città, i gruppi ambientalisti e le comunità per la salute pubblica chiedono all’Unione Europea e agli Stati membri di:
1) Ripulire le strade di tutti gli Stati membri dai 43 milioni di veicoli diesel inquinanti al momento in circolazione, fissando questo punto come una priorità politica per l’Europa, favorendo al contempo la loro sostituzione con veicoli più rispettosi dell’ambiente.
2) Coordinare il ritiro e la riparazione dei veicoli diesel a livello europeo. Tutti i cittadini hanno il diritto a respirare aria pulita e non è accettabile che finora solo un numero limitato di Paesi si sia mosso in questa direzione. Bisogna agire per impedire la vendita e l’utilizzo di auto inquinanti che non sono state riparate, o che le stesse vengano semplicemente rivendute nei paesi dell’est Europa.
3) Garantire che tutte le auto riparate siano sottoposte a un regime di test svolti da enti indipendenti, in condizioni comparabili alla circolazione su strada, così da verificarne le emissioni. Tutto questo dovrebbe essere fatto contemporaneamente all’adozione di nuove tecniche di monitoraggio a livello nazionale, come quella del rilevamento da remoto.
4) Creare un fondo europeo per le città. Le risorse dovrebbero andare a quelle città e a quei cittadini che sono stati più colpiti dagli effetti dei veicoli diesel inquinanti, usando modalità già tentate su scala nazionale, come nel caso del Fondo tedesco per l’aria pulita (German Clean Air Fund). Le case produttrici di automobili dovrebbero essere tra i contribuenti principali di questo fondo, così da evidenziare il loro legame con la scarsa qualità dell’aria e con i costi sanitari che la loro azione comporta, come dovrebbe avvenire secondo la responsabilità sociale d’impresa.
5) Sviluppare obiettivi ambiziosi per combattere le emissioni veicolari di CO2 ed estendere la riforma del regolamento “Real Driving Emissions” fino a farlo diventare una condizione limite, con un sistema di controlli periodici più stringente. È necessario inoltre implementare un sistema efficace di incentivi e tassazione su scala nazionale, finanziamenti per l’acquisto da parte del settore pubblico di veicoli non inquinanti e la realizzazione di infrastrutture per la distribuzione di carburanti alternativi.