Roma, 4 luglio 2024 – Oggi, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, a Palazzo Montecitorio, si è svolta la presentazione del Patto per l’aria dei bambini e delle bambine, per chiedere alla Politica di impegnarsi per garantire il diritto alla salute, a partire dai cittadini più piccoli, che sono i più vulnerabili all’impatto degli inquinanti atmosferici, dal concepimento fino all’adolescenza.
L’evidenza scientifica, da cui è nata l’esigenza del Patto per l’aria dei bambini e delle bambine, è stata presentata da tre esperte in materia: Valentina Bollati, EPIGET Lab – Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano, Sonia Brescianini, epidemiologa dell’Associazione Italiana Epidemiologia, eLaura Reali, pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri.
“I danni che le ricerche più recenti riportano devono indurre con urgenza ad attivare politiche volte a proteggere i bambini e le bambine e le prossime generazioni – ha dichiarato Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria -, garantendo loro di nascere e crescere senza ipoteche che ne compromettano lo sviluppo e la salute. Migliorare la qualità dell’aria e, di conseguenza, la salute dei cittadini riducendo al contempo l’enorme costo sanitario e sociale dell’inquinamento atmosferico è possibile. Soluzioni che prescindono da riferimenti politici e che, viceversa, possono unire trasversalmente il nostro Paese per un obiettivo nobile ed imprescindibile: garantire alle nostre bambine e ai nostri bambini un bagaglio di salute per il loro futuro. Per questo motivo abbiamo deciso di creare e promuovere il Patto per l’Aria dei bambini e delle bambine, sperando che venga firmato da tanti parlamentari. Cambiare passo non è solo una possibilità: è un dovere. Aderire al Patto è il primo passo verso politiche coraggiose che diminuiscano l’inquinamento dell’aria, soprattutto nelle grandi città. Il Parlamento ha il compito di indirizzare le azioni a livello nazionale, regionale o locale, per proteggere la salute del futuro del nostro Paese che, oggi, è del tutto indifeso”.
I primi firmatari del Patto, tra cui alcune deputate neo-mamme: Chiara Braga, Eleonora Evi, Sara Ferrari, Marco Simiani (PD); Giulia Pastorella (Azione); Marco Grimaldi (Sinistra Italiana); Ilaria Fontana, Patty L’Abbate, Elisa Pirro (M5S).
Il Patto chiede ai Parlamentari di:
→ essere portavoce del diritto di respirare aria pulita come declinazione dei diritti alla tutela della salute e ad un ambiente sano che discendono dalla nostra Costituzione
→ utilizzare le indicazioni della comunità scientifica come guida delle decisioni che possono influire sull’inquinamento atmosferico, le sue cause, i suoi effetti e le soluzioni favorendo altresì il dialogo con le associazioni, la società civile e le amministrazioni;
→ promuovere e proporre, ogni qualvolta possibile e in ogni politica, strumenti normativi e amministrativi e misure che contribuiscano a migliorare la qualità dell’aria;
→ favorire la conoscenza in sede parlamentare del tema della qualità dell’aria e della sua connessione con la crisi climatica;
→ proporre un piano di informazione della popolazione sul tema dell’ inquinamento atmosferico, dei suoi rischi e delle azioni utili a limitare l’esposizione.
“Respirare aria pulita dovrebbe essere un diritto di tutte e tutti – dichiara la deputata Eleonora Evi (PD) – , e dovrebbe essere garantito soprattutto a tutte le bambine e tutti i bambini. Le possibili conseguenze dello smog sulla loro salute, già a partire dalla gravidanza, dovrebbero, infatti, suonare un forte campanello di allarme. La presentazione del Patto per l’aria dei bambini e delle bambine è un segnale importante per sensibilizzare la politica e chiedere ai rappresentanti dei cittadini di raccogliere gli appelli di pediatri e ricercatori e tradurli in azioni concrete per difendere la salute dei più piccoli”.
“Da milanese e da madre di bambini molto piccoli – ha dichiarato Giulia Pastorella (Azione) – so bene quanto il tema della qualità dell’aria sia fondamentale e incida sulla vivibilità delle città e sulla salute dei cittadini. Per questo oltre a impegnarmi nel Consiglio Comunale di Milano a trovare soluzioni che localmente possano affrontare questo problema, ho deciso di firmare il Patto. Auspico che questa consapevolezza diventi sempre più diffusa a tutti i livelli politici affinché si possa lavorare insieme a una soluzione.”
Esposizione all’inquinamento dell’aria in gravidanza
Diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza è associata a un aumento del rischio di basso peso e prematurità alla nascita e di malattie cardiovascolari, problemi respiratori, alterazioni neuropsichiatriche e tumori in età adulta. Gli inquinanti dell’aria possono attraversare la placenta e raggiungere il feto. Studi recenti hanno rilevato la presenza di particelle di black carbon nella placenta umana, suggerendo che queste possano contribuire a effetti avversi sulla salute del feto fin dalla vita intrauterina.
“L’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza ha effetti profondi e complessi sulla salute della madre e del feto – ha spiegato Valentina Bollati, Epiget Lab, Dipartimento Di Scienze Cliniche e di Comunità, Università degli Studi di Milano -. Le elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici (e.g. PM, Black Carbon e NOX) nelle città italiane, dovute principalmente alle emissioni da traffico, rappresentano un rischio per le donne in gravidanza e i loro bambini. Ridurre l’esposizione a queste emissioni dovrebbe essere una delle prime azioni da intraprendere per diminuire il rischio e proteggere la salute materno-fetale. Servono misure di salute pubblica che migliorino la qualità dell’aria, il supporto a stili di vita sani, l’accesso a cure prenatali di alta qualità e la promozione di ambienti sicuri e salubri. Solo un approccio “olistico” esteso che consideri tutti gli aspetti del benessere materno e infantile può garantire una protezione adeguata e promuovere la salute delle generazioni future”.
Effetti dell’inquinamento dell’aria e salute dei bambini
I bambini passano gran parte del loro tempo in ambienti chiusi (casa, scuole/asili, impianti sportivi, scuolabus) e all’aperto (parchi giochi, giardini, cortili e strade vicino casa/ scuola), dove le concentrazioni di inquinanti atmosferici sono fortemente influenzate dalla vicinanza alle strade, dalla densità e dal flusso del traffico. Per questo motivo è necessario ottimizzare la viabilità creando “zone ad aria pulita” con restrizioni al traffico attorno alle scuole, agli ambienti incentrati sui bambini e durante le attività sportive, in modo tale ridurre l’esposizione a PM2,5 e NO2, i cui valori triplicano all’uscita delle scuola dove molti genitori si recano a prendere i bambini in automobile. Inoltre, bisogna aumentare il verde e gli alberi che riducono gli inquinanti atmosferici, proteggono dal sole, producono O2, assorbono CO2 e riducono le temperature. Le aree verdi offrono anche opportunità per l’attività fisica, lo stoccaggio dell’acqua e la conservazione dell’habitat.
“L’inquinamento dell’aria colpisce tutti, ma i più vulnerabili sono i bambini, ha dichiarato Laura Reali, pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri – : si stima, infatti, che ogni anno in UE si verificano oltre 1.200 decessi di persone di età inferiore ai 18 anni a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Italia, e la pianura Padana in particolare, risultano costantemente sopra i limiti OMS 2021 per NO2, O3, PM10, PM2,5 e benzo(a)pirene. La strategia di prevenzione a lungo termine più efficace per l’inquinamento dell’aria è quella di ridurre la produzione di energia da combustibili fossili, il che ridurrebbe significativamente anche la crisi climatica e l’inquinamento da plastica. Nonostante i lievi miglioramenti nella concentrazione di PM in Europa dal 2011 al 2020, la situazione dell’Italia rimane inadeguata, in particolare nella pianura Padana. L’Europa mira a rispettare i limiti di qualità dell’aria dell’OMS entro il 2030, sembra ora il momento per l’Italia per affrontare l’inquinamento atmosferico e ripristinare città vivibili, efficienti, sane e a misura di bambino”.
Inquinamento atmosferico e salute psico-fisica negli adolescenti
“L’inquinamento dell’aria ha effetti diversi a seconda dell’età delle persone esposte e, per quanto riguarda gli adolescenti, ha un impatto significativo sul loro benessere psicofisico – ha spiegato Sonia Brescianini, epidemiologa dell’Associazione Italiana Epidemiologia – . Prevenire le malattie mentali nelle prime fasi della vita è fondamentale, dato che la metà degli adulti affetti da malattie mentali mostra segni e sintomi già a 11 anni, e il 75% entro i 24 anni. L’inquinamento atmosferico può aumentare il rischio di depressione riducendo le opportunità di attività all’aperto, stimolando le risposte allo stress e portando a ulteriore stanchezza e disagio emotivo. Esposizioni prolungate all’inquinamento atmosferico, in particolare al PM2.5, durante la gravidanza e l’infanzia aumentano la probabilità di sviluppare episodi psicotici e depressione in adolescenza e nella giovane età adulta. Esposizioni ad alti livelli di ozono peggiorano i sintomi di ansia e depressione in bambini e adolescenti seguiti longitudinalmente (età 9-13), a parità di livello socioeconomico, stress e altri fattori ambientali e familiari. Un importante studio del 2022 di Armstrong Carter e colleghi riguardante gli effetti a breve termine, riporta che, indipendentemente da eventuali disturbi fisici, gli adolescenti hanno riferito un maggiore affaticamento il giorno dopo che i livelli di NO2 erano più alti”.
Nella foto (da dx): Valentina Bollati (EPIGET Lab – Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano), Anna Gerometta (presidente di Cittadini per l’Aria), Eleonora Evi (deputata PD), Laura Reali (pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri).