Cittadini per l’Aria, Transport & Environment, Legambiente, Kyoto Club, WWF Italia e Greenpeace Italia criticano la dichiarazione del Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli in merito a incentivi per l’acquisto di auto non-elettriche, ai fini del rinnovo del parco veicolare, e lo invitano a ripensarci. Le stesse associazioni hanno chiesto di partecipare al fianco degli altri stakeholders al “tavolo” sul futuro dell’automotive in corso al MISE, senza ottenere alcuna risposta.
Introdurre nel 2020 una nuova rottamazione auto fossili nel 2020 farebbe dell’Italia l’unico paese in Europa a destinare incentivi diretti per l’acquisto di auto tradizionali inquinanti, con il rischio di tagliare il paese fuori dalla rivoluzione elettrica europea della mobilità.
Una misura che andrebbe in senso opposto rispetto al raggiungimento di un trasporto a zero emissioni, necessario per ottemperare agli impegni internazionali assunti sul clima che questo governo ha messo- con il Green Deal- al centro della propria agenda politica e che necessita per essere attuato di misure coerenti e lungimiranti.
Il Bonus-Malus varato a Gennaio 2019 dal passato governo, che basa gli incentivi sulle classi emissive, si sta rivelando uno strumento efficace nell’orientare le scelte dei consumatori verso soluzioni a zero e basse emissioni.
Il mercato elettrico italiano è in crescita e, il bonus malus andrebbe valorizzato -non indebolito- sulla scia dell’esempio francese, con tasse più severe per le auto inquinanti. La Francia non a caso, presenta oggi i più bassi valori emissivi in Europa per il nuovo immatricolato (96 gr CO2/km a Gennaio).
In un momento storico in cui l’Europa è prossima alla rivoluzione della mobilità e al contempo deve affrontare la crisi climatica, le associazioni ricordano al Ministro l’importanza di allineare politiche industriali ed ambientali a beneficio del pianeta e dei cittadini, unico percorso possibile per una transizione giusta.
Politiche industriali obsolete, come la misura oggi evocata dal Ministro, comporterebbero il grosso rischio per il nostro Paese di perdere il treno della mobilità elettrica, con gravi ripercussioni sul sistema ambientale sociale, produttivo ed economico.
É urgente che il governo proponga e implementi misure all’avanguardia per il settore trasporti, come la definizione di una data di fine vendita per le auto endotermiche, già annunciate da Francia, Inghilterra e Spagna, per permettere all’industria di fare investimenti certi, alle amministrazioni di dispiegare la necessaria quantità di infrastrutture di ricarica sul territorio e ai consumatori di fare scelte consapevoli.
Per “ossigenare” veramente il sistema infine, andrebbero favorite tempestivamente le nuove forme di mobilità dolce, zone a zero e basse emissioni, l’uso del trasporto pubblico, in sostituzione dell’auto privata e dunque varati al più presto i decreti attuativi relativi al Bonus Mobilità del Ministro Sergio Costa, per la rottamazione senza acquisto del nuovo, limitando l’incentivo per il rinnovo del mezzo privato all’auto elettrica, oggi l’unica tecnologia capace di guidare il settore trasporti italiano verso emissioni zero.
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