Il 28 e 29 settembre 2018 Cittadini per l’aria ha invitato i cittadini di Milano a partecipare ad un esperimento; una ciclostaffetta di quasi due giorni durante i quali, in un percorso cittadino ideato grazie al supporto dell’Ufficio mobilità del Politecnico di Milano, i cittadini si sono alternati su un tandem guidato da un membro dell’associazione, del Politecnico di Milano o di XEarPro, l’azienda che ha collaborato all’iniziativa mettendo a disposizione un contatore ottico di particelle (OPC:optical particle counter) ad alta precisione. Questo, collocato sul tandem, ha misurato in tempo reale le concentrazioni di particolato atmosferico. Durante tutto il percorso, durato tutta la giornata di venerdì e la mattina di sabato, in cui sono stati percorsi oltre 60 km nella città di Milano, anche replicando il medesimo percorso in due giorni differenti, lo strumento ha misurato il numero di particelle (con un diametro compreso tra i 0.25 µm e 32 µm, divise in 32 classi dimensionali) e ha determinato – simultaneamente – la concentrazione in massa (ug m-3) delle frazioni PM10, PM2.5, PM1 e delle frazioni inalabili, toraciche ed alveolari a cui ci si riferisce per valutare l’esposizione a particolato di dimensioni diverse ed i suoi effetti sulla salute.
Nella mappa interattiva, in ogni punto del tragitto, si possono leggere tutti i parametri relativi alle concentrazioni di particolato (n° particelle totali, PM10, PM2.5, PM1, frazione inalabile, toracica ed alveolare), misurate ogni 6 secondi durante la ciclostaffetta. Le particelle che abbiamo misurato hanno natura sia primaria (ovvero hanno origine da emissioni dirette da sorgenti sia naturali che antropiche), che secondaria ( ovvero si producono in atmosfera a partire dall’emissione di inquinanti gassosi). Le parte primaria deriva per esempio dai processi di combustione (in particolare diesel, ma non solo) e dall’abrasione di pneumatici, freni e superfici stradali, mentre quella secondaria si produce per esempio a partire dalle elevate emissioni di ossidi di azoto (NOx) dei veicoli diesel, e dai composti organici volatili (VOCs, volatile organic compounds).
Le concentrazioni di particolato rilevate dallo strumento utilizzato durante la ciclostaffetta sono livelli quasi “istantanei” ovvero “fotografano” in tempo reale le concentrazioni di particolato misurate in quel certo momento e in quel punto particolare del tragitto. Rappresentano quindi la concentrazione a cui, pedalando in bici per la città, eravamo esposti punto per punto.
Diversamente dal nostro esperimento, le agenzie regionali ambientali (ARPA) misurano ogni giorno, come previsto per legge, la concentrazione media giornaliera di PM10 e PM2.5 in alcuni punti fissi della città. I giorni in cui abbiamo realizzato il nostro esperimento i livelli giornalieri di PM10 e PM2.5 rilevati in via Senato erano, rispettivamente, 53 μg/m³ (venerdi 28/9) e 42 μg/m³ (sabato 29/9) per il PM10, e 21μg/m³ (venerdì 28/9) e 20μg/m³ (sabato 29/9) per il PM 2.5. Il periodo di settembre garantiva ancora una certa ventilazione.
Schede di approfondimento:
PER SAPERNE DI PIÙ SULLE PARTICELLE – COME SI MISURANO (LINK)
La nostra ciclostaffetta è iniziata alla mattina presto (8.00) del venerdì mattina accompagnando un gruppo di bambini/ciclisti (@Massa Marmocchi Gentilino) da un punto di ritrovo fino alla scuola per un percorso di oltre 2 chilometri. La zona percorsa, costeggiando in parte il Naviglio, e comunque in vie minori, aveva un livello di traffico ridotto. Eppure le concentrazioni misurate durante tutto il tragitto superavano mediamente i 60/70 μg/m³ di PM10, con punte rilevate istantaneamente giunte a 191 μg/m³ PM10, quasi 5 volte il limite annuo medio. Va sottolineato che, durante le prime ore della mattina, si hanno solitamente le condizioni più sfavorevoli dal punto di vista meteorologico, con caratteristiche condizioni di maggiore stabilità atmosferica che limitano la dispersione degli inquinanti che portano a favorire quindi elevate concentrazioni al suolo.
Davanti alla scuola dei bambini la concentrazione si attestava su valori fra i 60/90 μg/m³ PM10, e quindi un livello che mediamente era – all’ingresso a scuola – di oltre il 50% superiore e fino a doppio il limite medio annuo, con valori massimi (picchi) influenzati dal passaggio delle auto che accompagnavano i bambini a scuola.
I bambini, anche per la loro attività fisica più intensa, hanno un ritmo respiratorio più veloce degli adulti e un assorbimento maggiore. Rispetto ad un adulto, che durante una giornata con attività fisica moderata respira dai 10.000 agli 80.000 litri di aria, i bambini inalano una quantità doppia di aria per unità di peso corporeo. E, per statura, sono più vicini ed esposti alle fonti che emettono gli inquinanti: i tubi di scappamento delle auto. Per questo motivo i luoghi in cui i bambini soggiornano, come le scuole e i parchi gioco, devono essere riparati dal traffico con particolare attenzione, riducendo le fonti emissive inquinanti che, anche se puntuali, come le auto, peggiorano la qualità dell’aria nei luoghi in cui loro soggiornano. Dove si tratti di costruire nuove scuole o luoghi dove soggiornano i bambini (parchi gioco), l’elemento della protezione dei bambini dalle fonti di traffico o altrimenti emissive deve essere considerato in maniera prioritaria per scegliere la loro collocazione. Non può riconoscersi mai il diritto di circolare a scapito della qualità dell’aria che respira un bambino il cui organismo e sistema neurologico sono in via di formazione. Una buona qualità dell’aria per i bambini rappresenta un diritto umano, dato che, una qualità dell’aria scadente, sottrae ai bambini il diritto ad uno sviluppo completo e senza danni per il loro futuro.
PER SAPERNE DI PIÙ SULL’IMPATTO DELL’INQUINAMENTO SUI BAMBINI (LINK)
Dalla scuola di via Gentilino siamo poi partiti verso le 8.30 per le tappe successive che si dirigevano verso l’università Bocconi. Da quel momento in poi, per oltre due ore, le concentrazioni di PM10 non sono praticamente mai scese al di sotto dei 70 μg/m³ e quelle di PM 2.5 al di sotto di 40 μg/m³ con una prevalenza di misure oltre i 100 μg/m³ PM10 e punte di 223μg/m³ PM10 sulla circonvallazione in viale Tibaldi. Questi livelli non possono chiaramente essere rapportati al limite delle concentrazioni medie annue misurate nel corso dell’anno, in quanto sono misure puntuali ed istantanee.
Tuttavia, le concentrazioni misurate durante il tragitto nella parte sud della città (in prossimità della Università Bocconi, della Fondazione Prada, viale Tibaldi e poi ancora oltre viale Puglie e viale Molise e ritorno), sono molto alte e derivano principalmente dalle elevate emissioni locali del traffico. I livelli misurati in questa parte del percorso indicano infatti una quantità di emissioni inquinanti di prossimità molto elevata, per la presenza di molte auto e furgoni e camion, rilevati sia come picchi “istantanei” di particolato (al passaggio del veicolo) che come concentrazione media molto elevata lungo tutta questa parte del percorso: 91 μg/m³ PM10 per oltre tre ore!
Si consideri che il livello di PM2.5 misurato mediamente in quel tratto nella zona sud di Milano durante la giornata lavorativa di Venerdì (PM2.5 = 41 ± 8 ug m-3), per esempio, risulta tre volte il limite indicato dall’organizzazione mondiale della sanità. Ciò implica che le persone che abitano in strade con un elevato livello di traffico saranno soggette, durante l’anno, a un’esposizione elevata con conseguente impatto sulla salute. Il nostro tragitto ha toccato, per necessità, solo alcune aree di Milano. Tuttavia, situazioni analoghe per livelli e picchi possono essere rilevate in altre zone e strade della città. Leggi la scheda sull’impatto dell’inquinamento sulla salute definito dagli epidemiologi.
PER SAPERNE DI PIÙ SULL’IMPATTO ACCERTATO SULLA NOSTRA SALUTE IN ASSOCIAZIONE ALL’ESPOSIZIONE ALL’INQUINAMENTO DELL’ARIa: L’ ELENCO TERRIBILE (LINK)
Il nostro esperimento è servito anche a comprendere che, a Milano, una persona può percorrere chilometri, a piedi o in bici o in auto, o in autobus, muovendosi per ore da un’area all’altra della città respirando costantemente livelli inquinamento molto elevati e nocivi per la salute. Con il tandem avremmo potuto, probabilmente, ridurre la nostra esposizione evitando del tutto i percorsi affiancati al traffico.
Tuttavia, questo non sempre è possibile per mancanza di percorsi ciclabili diffusi e, comunque, volevamo evidenziare che, per molti, ci sono percorsi e luoghi non evitabili che i milanesi percorrono o nei quali vivono e che devono, a loro volta, essere “ripuliti” riducendo il numero delle macchine ed impedendo l’accesso in città alle auto più inquinanti.
Per fare questo, è necessario incrementare e rendere sempre più frequente il trasporto pubblico e che la mobilità pulita per eccellenza, la bicicletta – che contribuisce anche al benessere delle persone rappresentando un’occasione unica di esercizio fisico in città – sia al più presto favorita il più possibile con una integrazione al piano della ciclabilità che doti Milano di percorsi ciclabili continui, diffusi e dove possibile protetti, in maniera da ridurre al massimo l’uso dell’auto privata e dare impulso ad una mobilità ad impatto davvero 0.
Occorre notare tuttavia che, anche dove il traffico non era particolarmente intenso, come per esempio in via Friuli, i livelli erano comunque molto elevati perché le strade strette producono spesso un effetto canyon ostacolando la dispersione degli inquinanti emessi dalle automobili che vengono conseguentemente trattenuti accumulandosi.
Sebbene normalmente si parli dell’impatto a lungo termine degli inquinanti atmosferici (considerato da 7 a 10 volte superiore a quello a breve termine) molte ricerche hanno ormai stabilito che anche un’esposizione di breve durata, di una o più ore, a livelli elevati di inquinanti atmosferici può comportare un danno rilevante per la nostra salute.
PER SAPERNE DI PIÙ SULL’IMPATTO A BREVE TERMINE DELL’ESPOSIZIONE AL PARTICOLATO (LINK)
Proseguendo nel percorso, a fine mattinata del venerdì, ci si accorge immediatamente che, se si fa salvo il percorso che fiancheggiava l’Alzaia naviglio grande, quasi del tutto privo di veicoli, i livelli delle concentrazioni iniziano a ridursi visibilmente solo quando si entra all’interno di Area C. Qui i livelli oscillano fra i 30 e i 70 μg/m³ PM 10 e spesso rispettano il limite annuo per PM10 e PM 2.5. E, salvo punti specifici come semafori e incroci, rimangono moderati per il successivo percorso che, attraversando il centro, si dirige verso il parco Sempione. Una volta usciti da Area C nel percorso che da Piazzale Biancamano si dirige verso piazza XXV Aprile le concentrazioni crescono ma, grazie al traffico limitato dall’orario di pranzo, rimangono meno alte di quelle misurate durante l’ora di punta del mattino nella zona sud di Milano (anche probabilmente grazie alle più favorevoli condizioni meteorologiche durante le ore centrali della giornata).
All’arrivo in piazza XXV Aprile, entrando e soffermandosi nella piazza pedonalizzata verso Corso Como, le concentrazioni, salvo un picco di 168 μg/m³ riconducibile ad un generatore di elettricità a gasolio collocato nella piazza per alimentare una cabina di una attività promozionale, si riducono a 31 μg/m³ di PM10 e 15 μg/m³ di PM 2.5.
Evidenza che l’istituzione di aree pedonalizzate, seppure localmente, permette una riduzione delle concentrazioni inquinanti per un minore contributo del traffico di prossimità, e quindi una migliore qualità dell’aria per chi vi staziona.
Confrontando gli stessi percorsi/tappe nei due giorni della ciclostaffetta si evidenzia come il traffico più ridotto del sabato migliora la qualità dell’aria di chi cammina e pedala. A parità di condizioni atmosferiche da un giorno all’altro, meno macchine in circolazione consentono di ridurre i livelli delle concentrazioni misurate percorrendo lo stesso tragitto. Motivo che ci induce a auspicare che il Comune riattivi anche le domeniche ecologiche per dar modo ai cittadini di apprezzare, di tanto in tanto, lo spazio cittadino libero dalle auto respirando aria di qualità migliore. Le concentrazione misurate durante la giornata di sabato lungo il percorso a sud est di Milano sono, infatti, mediamente la metà di quelle registrate il sabato.
Infine abbiamo osservato, durante entrambe le giornate, su tutti i percorsi, una elevata variabilità dei livelli puntuali misurati di inquinamento, con picchi elevati di PM associati al passaggio dei veicoli inquinanti che circolano per la città di Milano. Sintomo del fatto che in tutta la nostra città sono presenti numerose fonti che, quando si trovano in prossimità, influenzano la qualità dell’aria che respiriamo. In entrambe le giornate ritroviamo, nella mappa delle rilevazioni, picchi elevatissimi che occorre spiegare.
I DIESEL, LE EMISSIONI DI PARTICOLATO, IL DIESELGATE E L’NO2 (LINK)
La variabilità dei livelli di concentrazione di PM misurate durante la ciclostaffetta evidenzia come, mentre ci muoviamo nella nostra città, le migliaia di auto inquinanti circolanti contribuiscono con elevati picchi emissivi che possono essere spiegati grazie alla ricerca sviluppatasi su questo tema negli ultimi anni. Un recente studio di Transport & Environment ha stimato che in Europa circolino oltre 43 milioni di auto e furgoni le cui emissioni sono altamente inquinanti. Molto più inquinanti del limite che l’Unione Europea si era data nel 2007. Di questi, quasi 5 milioni e mezzo circolano sulle strade italiane, con il rischio che le misure di divieto alla circolazione dei diesel in via di adozione in Germania, Francia e Belgio e già attive da tempo in altri paesi (es. Svizzera), inducano l’importazione a basso prezzo di questi veicoli più inquinanti nel nostro paese.
E’ quindi essenziale che dalle città e dalle regioni italiane giunga un messaggio forte e chiaro che impedisca in maniera incisiva l’accesso alle aree urbane ai veicoli più inquinanti.
Infine, durante la nostra ciclostaffetta non abbiamo misurato le particelle ultrafini (PM0.1) il cui quantitativo è tuttavia molto importante a livello sanitario.
PER SAPERNE DI PIÙ SULLE DIMENSIONI DELLE PARTICELLE – I PICCHI – DIESEL E NON SOLO DIESEL (LINK)
In più punti del nostro percorso abbiamo misurato picchi di particolato elevati (10% di tutti i dati misurati Ven 28 e Sab 29: >105 ug m-3 per il PM10 e >44 ug m-3 per il PM2.5) o elevatissimi (1% di tutti i dati misurati Ven 28 e Sab 29: >361 ug m-3 per il PM10 e >59 ug m-3 per il PM2.5). Questi picchi possono avere molte spiegazioni. Vecchi veicoli diesel senza filtro antiparticolato possono ancora circolare in base alle norme regionali causando un grave danno alla salute delle persone. Ma anche fra i veicoli più recenti le emissioni possono essere elevate. La rigenerazione del filtro dei veicoli diesel o le emissioni delle auto a iniezione diretta di cui si è detto emettono livelli di particolato elevatissimi. E ancora, a titolo esemplificativo, una indagine fatta da Transport & Environment sui taxi diesel in 7 città europee ha rivelato di recente che su una quota di questi veicoli (il 3% a Roma) il filtro antiparticolato era stato tolto o manomesso. La rimozione del filtro fa passare il numero delle particelle nell’aria da una media di 14000 a 74000. Gli studi dell’epidemiologo Frank Kelly a Londra indicano che la rimozione del FAP aumenta il numero delle particelle di 20 volte.
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